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Come decidi il nome di un vino

Come decidi il nome di un vino

martedì 18 luglio 2023

Scopri la nostra famiglia e la nostra storia attraverso i nomi dei nostri vini. Vento di mare, 'Bentu e mari' in sardo, o 'Bent e mari', un vento mediterraneo che ha ispirato il nome del Bentemari. Ma anche gli altri nostri vini hanno nomi particolari.

Quando abbiamo iniziato a dare i nomi ai nostri vini, il desiderio è sempre stato quello di raccontare di noi, della nostra storia.

Questa storia è quella di una famiglia, molto unita, di mezzi matti che si sono sempre amati e cimentati in imprese. Siamo matti che si sentono sardi, avventurosi e gente di mare... anche di questo parliamo nei nomi dei vini.
Il primo vino, Selengaia, ha un titolo meno personale rispetto agli altri, ma spiega come il vino e la coltivazione siano influenzati in biodinamica dalle energie degli astri, in particolare dalla Luna (Selene) e dalla Terra (Gaia), da qui il nome Selengaia.

Ma veniamo alla scelta più familiare, Tinnari, un Trebbiano Toscano rosa. Tinnari perché i miei genitori hanno fatto a Tinnari il loro primo viaggio estivo da innamorati, suggellando il loro amore. Ma Tin... Tin... è anche il tintinnio dei calici di vino che brindano a qualche meraviglia.

Infine, Tinnari è una spiaggia con una scogliera selvaggia mozzafiato, con un fiume che l'attraversa bordato da oleandri tra Stintino e l'Isola Rossa.

Assentada, un Trebbiano Toscano rosa in anfora di terracotta, riporta sull'etichetta la statua in terracotta che ho fatto e regalato a mia moglie Michela per il nostro matrimonio. Assentada, in sardo significa donna seduta, come un'anfora, ma anche una posizione sociale acquisita grazie al matrimonio. Un augurio per la nostra felicità e prosperità.

Bentemari, vermentino in purezza, con le sue note di sale, macchia mediterranea e agrumi, parla di mare, ma di mare ventoso, di un vento d'estate, carico dei profumi delle coste spazzate dalle onde.
Vento di mare, in sardo Bentu e mari... Bent' e mari... Bentemari.

Pilandra, Sangiovese in purezza, è una grande sfida in Toscana. Per me, uscire con un Sangiovese in purezza come per il Pilandra, che in sassarese antico sarebbe il corrispondente dello scugnizzo napoletano, è proprio come una grande sfida da vivere ogni giorno per la strada.

Lo stesso nome della più grande sfida costruttiva di mio padre, una barca a vela di 12 metri in alluminio, un'opera di 7 tonnellate a carena tonda interamente progettata e realizzata da un uomo solo quasi quaranta anni fa, un autodidatta che ha fatto qualcosa che ancora oggi fa girare la testa a skipper professionisti che hanno fatto il giro del mondo.

Infine Altrove, un blend strutturato e muscoloso di Sangiovese, Cabernet Sauvignon e Merlot, che prende il nome da uno dei quadri più belli di mia madre, un'artista contemporanea. Il quadro è diventato l'etichetta del vino stesso. Un vino che vuole portarti in una dimensione di piacere, calma e forza, appunto altrove... Altrove.

Sergio Falzari

 

Come decidi il nome di un vino

Per la scelta dei nomi potevo affidarmi a un'agenzia di marketing che avrebbe trovato termini efficaci e accatttivanti, ma come nelle altre cose di cui mi occupo, ho preferito trasmettere parte della storia della mia famiglia anche nei nomi che leggete sulle etichette.

Selengaia, influenzato dalle energie cosmiche, Tinnari, legato a un amore estivo, Assentada, un augurio di felicità, Bentemari, Bentu e mari, vento mediterraneo, Pilandra, una grande sfida, e Altrove, un viaggio di piacere.

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